Che cosa è?
Per vitrectomia s’intende l’intervento chirurgico di taglio e asportazione del corpo vitreo, il gel trasparente presente nel segmento posteriore dell’occhio.
La rimozione del corpo vitreo è necessaria in molte situazioni coinvolgenti la retina come un distacco, un’emorragia intraoculare, un’infezione e nei traumi.
In genere la vitrectomia è eseguita da un chirurgo vitreo retinico, un oculista specializzato nella gestione delle malattie retiniche.
Indicazioni
La vitrectomia è necessaria in tutte le situazioni in cui il vitreo non sia piu’ trasparente come nelle emorragie o nelle infezioni, oppure si sia reso responsabile del formarsi di una patologia a carico della retina come il distacco, la retinopatia diabetica, il foro maculare e il pucker. Si ricorre alla vitrectomia anche in caso di traumi oculari penetranti con o senza ritenzione di corpo estraneo, o nel caso di complicanze di altre chirurgie oculari come nel nucleo lussato in camera vitrea a seguito di un intervento di cataratta con rottura capsulare.
Anche patologie come la retinopatia del prematuro, la degenerazione maculare, le uveiti, i floaters, le occlusioni venose e altre, possono, in particolari casi, trarre beneficio dall’esecuzione di una vitrectomia.
La procedura
La vitrectomia è eseguita per mezzo di uno strumento che taglia e aspira, il vitrectomo, introdotto nell’occhio attraverso una piccola apertura nella sclera, la parte bianca dell’occhio. Insieme al vitrectomo sono necessari, uno strumento atto a illuminare la cavità oculare e un cannello d’infusione che sostituisca il liquido vitreale asportato dal vitrectomo, mantenendo costante la pressione endo-oculare. Questi strumenti accessori sono inseriti in altrettante aperture della sclera.
Gli strumenti in basso sono in genere la luce e il vitrectomo, mentre in alto (nella foto) si colloca il cannello d’infusione.
E’ evidente che tanto piu’ piccole sono queste aperture, meno invasivo è l’intervento per l’occhio del paziente .
In passato erano disponibili solo i sistemi di vitrectomia 20 gauge (circa 1 mm di diametro degli strumenti), per il cui utilizzo è necessario aprire la congiuntiva e apporre delle suture a fine interveneto.
Piu’ recentemente sono stati introdotti sistemi di vitrectomia cosiddetta mini-invasiva 23, 25 e 27 gauge. La riduzione progressiva del calibro degli strumenti evita la necessità di aprire la congiuntiva e di praticare larghe incisioni sclerali. In tale modo non è necessario utilizzare le suture, con grande giovamento nel post-operatorio e nel caso di re-interventi.
Lo svantaggio degli strumenti di minor calibro è una maggior flessibilità e quindi una difficoltà nell’esecuzione delle manovre chirurgiche. L’utilizzo degli strumenti di vitrectomia mini-invasiva richiede una curva d’apprendimento.
Una volta eseguita l’asportazione del vitreo, secondo la patologia, il chirurgo potrà provvedere al peeling delle membrane epiretiniche, alla riparazione di un distacco retinico, all’esecuzione di un trattamento laser o alla rimozione di un corpo estraneo penetrato a seguito di un trauma. Gli interventi di vitrectomia possono essere molto complessi e molto numerose le procedure chirurgiche che vi si accompagnano.
Il vitreo, rimosso tramite il vitrectomo, è sostituito dal liquido iniettato contestualmente alla vitrectomia.Alla fine dell’intervento, secondo le necessità , il liquido iniettato potrà essere lasciato in sede o sostituito da aria, gas o olio di silicone.
Sia l’aria sia il gas sono riassorbiti spontaneamente dall’occhio nel giro di alcuni giorni e sostituiti dall’umor acqueo, un fluido prodotto dall’occhio stesso.
Al contrario, l ‘olio di silicone, va rimosso con un secondo intervento. A volte puo’ essere necessario lasciarlo nell’occhio per un tempo indefinito.
Una peculiarità della vitrectomia rispetto altre procedure chirurgiche oculari è la necessità, spesso, di un posizionamento post-operatorio. In altre parole, a fine intervento puo’ essere richiesto al paziente di assumere una determinata posizione e di mantenerla per alcuni giorni. Questo accade sovente a seguito d’interventi per distacco di retina e foro maculare.
I rischi
La vitrectomia è una procedura molto efficace e sicura ma come tutti gli interventi chirurgici non è esente da complicazioni quali infezione, distacco di retina, emorragia oculare.
Chiaramente i risultati della chirurgia dipendono dalle condizioni per cui si compie l’intervento. Possono essere molto buoni come nel caso del foro e pucker maculare e nel distacco di retina primario a molto incerti come nel caso delle infezioni, dei traumi e della PVR (proliferazione vitreoretinica).
Effetto collaterale molto comune a seguito della vitrectomia è la cataratta.
A causa della asportazione del vitreo infatti, il cristallino del paziente non ancora sottoposto a intervento di cataratta, esposto a maggiori quantità di ossigeno presente nella cavità vitreale, tende a opacizzarsi velocemente.